venerdì 18 aprile 2014

Lo stupro di Nanchino



Lo stupro Nanchino - China - 1937

I genicidi, ma più in generale i massacri commessi nel XX secolo sono stati tanti, purtroppo alcuni dimenticati, altri direi quasi sconosciuti. E' il caso dei crimini commessi dai giapponesi durante la Seconda Guerra Sino-Giapponese (7 luglio 1937-2 settembre 1945). La barbarie del governo e delle forze armate nipponiche, eguagliò ed in molti casi superò, per procedura, efferatezza, violenza gratuita, altre realtà ben conosciute dello stesso periodo.
In questo post, descriverò, almeno sommariamente, ciò che accadde nella città cinese di Nanchino, in verità però i crimini giapponesi sono tanti e si allargano su tutto il territorio del fronte e prendono due strade diverse: Il massacro gratuito di civili e prigionieri da parte delle forze armate, prassi abbondantemente consolidata ed utilizzata e poi, la storia dell' Unità 731. Tale unità faceva parte di un complesso vasto di laboratori militari giapponesi con a capo l'ufficiale medico Shirou Ishii. In questi laboratori e fuori da essi, il Dott. Ishii ha sperimentato tutto lo sperimentabile per i suoi studi medici, biologici, chimici, naturalmente su cavie umane e su popolazioni intere, tentando di inoculare e spessissimo riuscendoci, le pandemie più devastanti per il genere umano. Di questa storia però, scriverò presto su di un nuovo post.
Tornando a ciò che accadde a Nanchino ed in molte altre città assoggettate dai nipponici, è necessario fare alcune premesse sul soldato imperiale giapponese. Esso stesso, per cultura, per l'addestramento e l'inculcamento ricevuto, era convinto di essere superiore a qualsiasi altro popolo od esercito. Considerava i popoli vinti ed i soldati nemici arresi, esseri inferiori, insetti da schiacciare senza alcun rimorso, indegni di vivere la vita, da poter utilizzare per qualsiasi scopo, da stuprare, torturare ed uccidere, avendo la consapevolezza di restare comunque impunito.
I prigionieri di guerra, avendo rinunciato a lottare fino alla fine, erano meritevoli di soffrire e di morire senza nessuna pietà. Il soldato giapponese, era una vera macchina di morte, inarrestabile davanti a qualunque pericolo ed alla morte stessa. La resa non faceva parte del suo addestramento, semplicemente, non era prevista. Combattere fino all'ultimo respiro, non c'erano altre soluzioni. Questa idea di superiorità, di regole estreme su come doveva combattere e morire un soldato, hanno portato l'esercito imperiale a commettere ogni genere di nefandezze.
I fatti:  
Nanchino, 13 dicembre 1937
Quando entrarono nella città di Nanchino, seguirono 6 settimane di orrore.Già durante la marcia verso la città, le popolazioni civili che abitavano lungo il cammino, assaggiarono la ferocia e la barbarie assoluta dei soldati nipponici. Nella città, solo una piccola zona fu risparmiata, perché gestita da europei ed americani, alla cui realizzazione, contribuì un uomo d'affari tedesco e rappresentante del partito nazista in Cina. A parte questa piccola oasi, tra l'altro non sempre risparmiata, nell'intera città si contarono 300.000 vittime, gli stupri furono alcune decine di migliaia. Moltissime donne e ragazzine furono regolarmente rapite e portate in bordelli per le truppe.
Per quanto riguarda le modalità con cui venivano massacrati i civili, si può dire che i giapponesi sperimentazione di tutto.  Gli ufficiali giapponesi organizzarono gare su chi era più bravo a tagliare la testa ad un prigioniero, con un solo colpo di Katana. I media nazionali documentavano e riportavano con grande naturalezza tali fatti, anzi, era motivo di orgoglio. I soldati al fronte, inviavano le proprie foto a parenti, fidanzate, senza nessuna censura.
Molti cinesi vennero utilizzati a mo' di fantocci per addestrare le truppe all'uso della baionetta, altri furono orrendamente mutilati dei genitali e venduti tra i soldati come alimento afrodisiaco (cannibalismo).
Il diario di un soldato:
" Quando ci annoiavamo, passavamo il tempo ammazzando cinesi. Li seppellivamo vivi, li buttavamo nel fuoco ancora vivi o li picchiavamo fino all morte con le mazze, o li uccidavamo in altri modi crudeli."
I corpi degli uccisi furono in parte seppelliti in fosse comuni, migliaia buttati nel fiume Yangtze, altri bruciati. I cani randagi banchettavano sui resti degli sventurati.
Gli stupri  furono un elemento importante  nelle torture quotidiane, se ne contarono migliaia, di giorno e di notte e spesso avvenivano davanti agli occhi degli stessi familiari. Alla fine, alle donne violentate venivano recisi i seni ed uccise con baionetta o con armi da fuoco.
Un altro soldato giapponese:
"Mentre ne abusavamo, le donne venivano considerate esseri umani, ma quando le uccidevamo, non erano che maiali. Non ce ne vergognavamo assolutamente, non ci sentivamo minimamente in colpa, altrimenti non avremmo potuto farlo. Quando entravamo in un villaggio, la prima cosa che facevamo, era rubare il cibo, poi prendevamo le donne e le violentavamo. Infine, uccidevamo tutti gli uomini, le donne, i bambini, per essere sicuri che non potessero fuggire, e raccontare ai soldati cinesi dove ci trovavamo."
La modalità dei massacri, seguiva sempre la stessa logica in ogni città occupata. La prima cosa era scovare i soldati cinesi, portarli sulle sponde di un fiume o davanti ad una fossa ed ucciderli. A nanchino per esempio, 1.300 civili, sospetti militari, furono portati davanti alla porta di Taiping e fatti saltare in aria con l'esplosivo. I sopravvissuti, finiti con la baionetta oppure picchiati fino alla morte, cosparsi di benzina e dati alle fiamme.
Altre 12.000 persone, furono uccise e seppellite in una fossa lunga 300 metri e larga 5, chiamata, "il fosso dei 10.000"









sabato 12 aprile 2014

Katyn

Katyn

Katyn è una foresta che si trova vicino alla città di Smolensk in territorio Russo. Fu il luogo dove nel 1940 su ordine di Stalin, furono uccisi tramite colpo alla nuca, 15.000 ufficiali e sottufficiali polacchi. Attualmente con il termine Katyn, ci si richiama ad un massacro ancora più vasto, che non riguarda solo i soldati polacchi uccisi nella foresta stessa, ma vanno aggiunti circa 7.300 civili, tenuti in prigioni ucraine e bielorusse, tra cui Kalinin (Tver) e Kharkov e lì uccise.
Quando la Polonia fu invasa dai tedeschi nel settembre del 1939, il territorio polacco fu spartito, con accordo preventivo, proprio tra tedeschi e sovietici. Naturalmente tale invasione generò prigionieri di guerra, che caddero in mano tedesca così come in mano russa. L'idea di massacrare un numero così elevato di soldati, tra cui 8.000 ufficiali, partiva dal presupposto di indebolire ulteriormente la nazione polacca. All'epoca, tutti i laureati polacchi dovevano obbligatoriamente servire l'esercito per un certo periodo. Eliminare queste persone significava eliminare una parte importante dell'intellighenzia polacca e quindi la potenziale classe dirigente del paese.......














sabato 15 marzo 2014

Einsatzgruppe D

Otto Ohlendorf



Nato a Hoheneggelsen (Prussia) il 4 febbraio 1907. Figlio di proprietari di aziende agricole, si unì al partito nazista nel 1925 (membro n° 6631) ed SS (membro n° 880) nel 1926. Ohlendorf studiò economia e diritto presso l' Università di Lipsia e l' Università di Göttingen. Nel 1930 già dava lezioni presso diverse istituzioni economiche. Ha studiato presso l' Università di Pavia, dove ha conseguito il dottorato in giurisprudenza, e come uomo di studi lavorò con successo come ricercatore nell' Istituto per l'economia mondiale di Kiel (a quel tempo Institut für Weltwirtschaft und Seeverkehr - Istituto di Economia Mondiale e marittima). Nel 1938 è stato Hauptgeschäftsführer nel Reichsgruppe Handel, l'organizzazione commerciale tedesca. Ohlendorf  aderì al partito nel 1925, nelle SS a partire dal 1926 e nell' SD dal 1936, ma  egli considerava la sua attività di partito ed anche la sua posizione di capo del SD-Inland, come attività secondaria della sua carriera. In realtà, ha dedicato solo quattro anni (1939-1943) per l'attività a tempo pieno nel RSHA, nel 1943 divenne un Ministerialdirektor e deputato al Staatssekretär (segretario di Stato) nel Reichswirtschaftsministerium (Reich ministero degli affari economici).
Nei primi mesi del 1936, è diventato un consulente economico per la SD con il grado di SS- Hauptsturmführer. Nel maggio del 1936 fu promosso SS- Sturmbannführer. Nel 1939, è stato ancora una volta promosso SS- Standartenführer e nominato capo di Amt III Inland-SD, il Reichssicherheitshauptamt, una posizione che ha mantenuto fino al 1945. Inoltre, dal 1943 in poi, Ohlendorf è stato nominato vice direttore generale del ministero degli Affari economici Reich, e promosso ancora una volta nel 1944 diventando Gruppenführer.
Nel giugno 1941, Reinhard Heydrich nominò Ohlendorf comandante dell' Einsatzgruppe D che operava nel sud Ucraina ed in Crimea. L'Einsatzgruppe di Ohlendorf è stata responsabile, il 13 dicembre 1941, del massacro di Simferopol, dove almeno 14.300 persone, in maggioranza ebrei, furono uccisi. Più di 90.000 omicidi sono attribuiti al comando di Ohlendorf, che ha testimoniato in questo senso durante il suo processo a Norimberga.
Otto Ohlendorf è stato condannato a morte ed impiccato nella prigione di Landsberg in Baviera poco dopo la mezzanotte l'8 giugno 1951.


Karl Rudolf Werner Braune




Werner Braune è nato a Mehrstedt in Turingia l'11 aprile del 1909.
Ha studiato giurisprudenza presso le Università di Jena, Bonn e Monaco di Baviera. Si è laureato nel 1933 con un dottorato in diritto civile a Jena. Il 1 ° luglio 1931 all'età di 22,  mentre era ancora studente, Braune aderì al partito nazista e gli fu assegnato il numero di appartenenza 581.277.
Nel novembre 1931, divenne membro organizzazione paramilitare nazista delle Sturmabteilung (SA). Nel novembre del 1934, entra a far parte delle SS con numero 107.364. Allo stesso tempo, nel 1934 iniziò a lavorare presso il Servizio di Sicurezza delle SS (Sicherheitsdienst). Nel 1936, lavorava anche per la Gestapo. Nel 1938 divenne capo della Gestapo a Münster. Nel 1940 divenne capo della Gestapo, prima a Coblenza, poi a Wesermünde e nel maggio del 1941 a Halle.
Dall' ottobre del 1941 fino all'inizio di settembre 1942 fu il comandante del Sonderkommando 11b, parte dell' Einsatzgruppen D, che era sotto il comando di Otto Ohlendorf. Il fratello minore di Braune, Fritz Braune (18 luglio 1910 - dopo il 1973) è stato comandante del Sonderkommando 4b. Sotto il comando di Werner furono perpetrati uccisioni di massa a Simferopol in Crimea, dove in  tre giorni dal 11-13 dicembre, furono massacrate 14.300 persone. Nel settembre 1942 tornò ad Halle e nel '43 fu promosso al rango di SS Obersturmbannführer. 
Il10 aprile del 1948, Werner Braune fu condannato a morte e poco dopo la mezzanotte del 7 giugno 1951   giustiziato per mezzo d' impiccagione nella prigione di Landsberg.

giovedì 13 marzo 2014

Einsatzgruppe C

 Otto Rach





Otto Rasch è nato a Friedrichsruh, nel nord della Germania il 7 dicembre del 1891.
Ha combattuto nella prima guerra mondiale come tenente della marina. Ha studiato filosofia, diritto, scienze politiche e ha conseguito due dottorati, in diritto ed in economia politica. Con due dottorati universitari, Rasch era conosciuto come "Dr. Dr. Rasch", in conformità con la tradizione accademica tedesca. E' diventato avvocato nel 1931 a Dresda ed ha praticato legge nel settore privato. Nel 1933 divenne sindaco di Radeberg e nel 1935 sindaco di Wittenberg .
Rasch ha aderito al NSDAP il 1 ° ottobre 1931, con numero di iscrizione 620976. Si è unito al SA nel 1933 e alle SS il 10 marzo 1933 con il numero di iscrizione 107100. A partire dal 1936 ha lavorato a tempo pieno per il Sicherheitsdienst (SD). Il 1 ° ottobre 1937 come commissario, Rasch ha assunto la leadership della Polizia di Stato (Stapo) a Francoforte sul Meno. Nel marzo del 1938, ancora come commissario, Rasch divenne direttore della sicurezza (con sede a Linz ) per l'Alta Austria. Nel giugno 1938, entrò nella RSHA dove fu nominato capo della polizia di sicurezza (SIPO) e SD a Praga.
Nel novembre 1939, come ispettore della Sipo e SD, fu trasferito a Königsberg. Rasch suggerì e supervisionò la liquidazione dei prigionieri politici polacchi (dell'intellighenzia) arrestati dagli Einsatzgruppen. Rasch verificò personalmente la morte dei prigionieri, che ebbe luogo nelle foreste.
 Con l'approvazione di Reinhard Heydrich, Rasch organizzò e fondò il campo di concentramento di Soldau. Nell'inverno del 1939-1940 il campo fu contrassegnato come Durchgangslager (Dulag), o campo di transito. Il campo servì anche come luogo per la liquidazione di parte dell'intelighenzia polacca, evitando la possissibile pubblicità delle uccisioni.
Nel giugno 1941, poco prima dell'invasione dell'Unione Sovietica ( Operazione Barbarossa ), Rasch ebbe il comando della Einsatzgruppe C. In questa veste, ha perpetrato azioni di sterminio contro gli ebrei. Insieme con il generale Kurt Eberhard e Paul Blobel, ha organizzato il massacro di Babi Yar, dove furono massacrate oltre 33.000 ebrei (si può saperne di più suo post Babji Yar).
Rasch fu incriminato nel processo alle Einsatzgruppen alla fine di settembre 1947, ma il procedimento fu interrotto il 5 febbraio 1948 perché Rach intanto   si ammalò del morbo di Parkinson edi demenza senile. Otto Rasch morì in quello stesso anno il 1 ° novembre a Norimberga.



Paul Blobel






Paul Blobel è nato a Potsdam il 13 agosto 1894 ed è stato una SS - Standartenführer (colonnello) e membro della SD. Ha partecipato alla prima guerra mondiale dove è stato decorato con la Croce di Ferro di prima classe. Dopo la guerra Blobel ha studiato architettura e praticato questa professione dal 1924 fino al 1931.
Quando perse il proprio postodi lavoro, si unì al partiro nazista,
prima nei ranghi delle SA e successivamente nelle SS. Nel 1933 entra a far parte delle forze di polizia a Dussendolf. Nel giugno 1934 fu reclutato nella SD. Nel giugno del 1941 divenne il comandante del Sonderkommando 4a Dell' Einsatzgruppe C, attiva in Ucraina.  Nell'agosto del 1941 Blobel decise di creare un ghetto in Zhytomyr per racchiudere 3.000 ebrei che avrebbe poi fatto assassinare un mese più tardi. Tra
10 o il 11 agosto 1941, ricevette l'ordine da Friedrich Jeckeln per conto di Adolf Hitler di uccidere l' intera  popolazione ebraica. Il 22 agosto 1941, il Sonderkommando uccise donne e bambini ebrei a Bjelaja Zerkov con il consenso del feldmaresciallo Walther von Reichenau , comandante della 6 ° Armata.
Paul Blobel, in collaborazione con von Reichenau e Friedrich Jeckeln organizzarono a fine settembre 1941 il massacro di Babij Jar a Kiev, dove Furonono uccisi 33.771 in 48 ore. Nel novembre 1941 ricevette l'ordine di attivare i primi gaswagen a Poltava.
Blobel è stato sollevato dal suo comando il 13 gennaio del 1942, ufficialmente per motivi di salute ma soprattutto a causa del suo alcolismo. Nel giugno del 1942 fu messo a capo dell' Aktion 1005, con il compito di distruggere l'evidenza di tutte le atrocità naziste in Europa Orientale. In pratica sovette dirigere tutte le operazioni di disotterramente dei corpi e successivamente del loro incenerimento. Fu lui a sviluppare le tecniche di smaltimento più efficienti per la distruzione dei corpi, ad esempio alternando strati di corpi con legna da ardere su un telaio di rotaie di ferro.
Gitta Sereny in riferimento ad una conversazione su Blobel:
"Hartl mi ha raccontato di una sera d'estate, quella stessa calda estate del 1942 a Kiev, quando è stato invitato a cenare con il locale superiore delle SS ed il capo della polizia, il  Brigadeführer Max Thomas. Il colonnello delle SS Paul Blobel, fu invitato a passare il fine settimana nella dacia del generale. ' Durante il viaggio, ad  un certo momento stava facendo buio',  ''stavamo passando con l'auto ai lati di un lungo burrone. Ho notato strani movimenti della terra. Zolle di terra rosa si levavano in aria, e usciva del fumo; era come  un vulcano dal tono basso; come se stesse bruciando la lava appena sotto la terra. Blobel rise, fece un gesto con il braccio rivolto indietro, indicando il burrone appena costeggiato e disse: 'Qui giacciono i miei trentamila ebrei'."
Sono attribuibili a Blobel circa 60.000 omicidi anche se durante il suo processo  è stato accusato di  10.000-15.000 omicidi. In seguito è stato condannato a morte dal Tribunale Militare di Norimberga. E' stato impiccato nella regione di Landsberg poco dopo la mezzanotte del 7 giugno 1951.  Le sue ultime parole furono: "Io muoio nella fede del mio popolo. Possa il popolo tedesco essere consapevole dei suoi nemici!".








Lothar Fendler

 
E' nato il 13 agosto del 1913 a Breslau. La data della morte è sconosciuta, comunque dopo il 1951.Tra il 1932 ed il 1934 Fendler ha studiato odontoiatria. Il 15 aprile del 1933 è entrato nelle SS col numero 272.603. Dal 1934 al 1936 ha servito nell' esrcito tedesco, dopodiché è entrato nei ranghi del Sicherheitsdienst (SD) a partire dal 1936. Il 1° maggio del 1937 è entrato nel NSDAP (numero 5.216.392).
Nel maggio 1941, Fendler fu trasferito al Sonderkommando 4b dell' Einsatzgruppe C. Il suo ruolo, secondo la sua testimonianza a Norimberga era di scrivere rapporti sul morale della popolazione locale. Il 2 ottobre 1941 è stato sostituito e ritornò a Berlino. Fu assegnato di nuovo al Sonderkommando marzo 1942 e ritornò in Germania nel mese di luglio dello stesso anno. Trascorse il resto della guerra a lavorare per SD.
Dal 1947 al 1948 Fendler era uno dei 24 imputati nel processo alle Einsatzgruppen; il suo avvocato difensore era Hans Fritz con l'assistenza del Dott. Gabriele Lehmann. Il presidente era Michael A. Musmanno. Il 9 aprile 1948 Fendler fu riconosciuto colpevole di tre capi d'accusa: (1) Crimini contro l'umanità, (2) i crimini di guerra, e (3) partecipazione ad un'organizzazione criminale.
Il 10 apr 1948 Fendler fu condannato a dieci anni di prigione, ridotti successivamente ad otto. Nel 1951 uscì dal carcere di Landsbergh.




 Erwin Schulz

E' nato il 27 novembre del 1900 a Berlino. E' stato una SS - Brigadeführer, capo dell' Einsatzkommando 5, dell' Einsatzgruppe C.
Studiò giurisprudenza, conseguì il dottorato a Berlino. Si unì ai Freikorps e lavorò in una banca nel 1922. Fece parte della Schutzpolizei di Brema e fu nominato tenente di polizia nel 1926. Nel 1931 era un informatore delle SS. Ufficialmente aderì al partito nazista nel maggio del 1933 ed in novembre fu nominato capo della Gestapo di Brema. Nel 1935 entra a far parte delle SS e dell' SD. Nel marzo del 1938 fu promosso SS-Sturmbannführer e divenne consigliere di Stato del Land di Brema. Nell'aprile del 1940 fu ispettore istruttore di cadetti della Sipo ed SD a Charlottenburg .
Fu poi nominato capo dell' Einsatzkommando 5 nel maggio del 1941. Diresse l'esecuzione di migliaia di ebrei a Lvov, Zhytomyr, Dubno e Berdychiv tra giugno e la fine di agosto del 1941. Fu convocato da Otto Rasch a Zhytomyr a metà agosto del 1941, quest'ultimo lo informò che per ordine di Adolf Hitler, dovevano essere fucilati un numero maggiore di ebrei. Friedrich Jeckeln ordinò che tutti gli ebrei non impegnati nel lavoro forzato, tra cui donne e bambini, dovevano essere liquidati. Il dialogo è così sintetizzati da Schultz:
" Dopo il soggiorno di due settimane a Berditchev,  fu ordinato ai capo kommando di raggiungere Zhitomir, dove era acquartierato lo staff del dottor Rasch. Qui il dottor Rasch ci informò che l' Obergruppenführer Jeckeln aveva ricevuto ordini diretti dal Reichsführer-SS, il quale ordinava di adottare misure ancora più severe contro gli ebrei. Fu accertato senza ombra di dubbio che la parte russa aveva avuto ordine di fucilare tutti i prigionieri membri delle SS. Le stesse misure prese da parte russa, avrebbero dovuto anche essere prese dalla nostra parte. Tutti gli ebrei sospetti sono stati quindi fucilati. La liquidazione doveva essere rimandata solo nel casi in cui gli ebrei fossero stati indispensabili come lavoratori. Donne e bambini dovevano essere liquidati immediatamente, anche al fine di non rimanere dei potenziali vendicatori. Siamo rimasti inorriditi, e abbiamo sollevato obiezioni, ma il commento dei superiori si limitato a dire che un ordine è un ordine e va obbedito."
Poco dopo Schultz chiese delucidazioni sia a Bruno Streckenbach che ha Reinhard Heydrich; entrambi confermarono gli ordini, aggiungendo che era volontà diretta del Fuhrer. A questo punto, chiese di essere sollevato dal suo incarico, adducendo che non era fatto per questo tipo di missione in Oriente. Alla fine di agosto, lasciò Zhytomyr e ritornò a Berlino dove fu promosso SS-Oberführer. Fu nominato poi vice di Erwin Rösener, il capo delle SS e della Polizia di Oberabschnitt Alpenland dal 1 maggio al 28 maggio 1944.
Arrestato dagli Alleati, Schulz scrisse una lettera a Lucius D. Clay, rappresentante del generale Dwight D. Eisenhower , chiedendo clemenza. Al processo alle Einsatzgruppen, il Tribunale ammise che Shultz cercò di  per contrastare la situazione "intollerabile" in cui era stato messo, ma lo trovò comunque colpevole e lo  condannò a 20 anni di carcere. Tale sentenza è stata poi ridotta a 15 anni di carcere nel gennaio del 1951. Il 9 gennaio 1954 Schulz è stato rilasciato dalla prigione per criminali di guerra a Landsberg con libertà vigilata.





Ernst Emil Heinrich Biberstein (o Bieberstein) 
 Nasce Ernst Schzymanowski o Szymanowski il 15 febbraio 1899 ad Hilchenbach provincia di Westfalia. Compie i primi studi a Mülheim. Volontario nella Prima Guerra Mondiale dal marzo del 1917 al 1919.
Dopo la grande guerra studiò teologia e divenne pastore protestante il 28 dicembre 1924.
Nel 1935 entrò nella Reichskirchenministerium e fu poi trasferito al Reichssicherheitshauptamt .
Biberstein aderì al partito nazista nel 1926 e nelle SS il 13 settembre 1936 (numero di iscrizione 272692). Da marzo a ottobre del 1940 era ancora un soldato. Nel 1941, ha cambiò il suo nome da Szymanowski a Biberstein. Dopo l' assassinio di Reinhard Heydrich, fu assegnato al comando della Einsatzkommando 6 dell'Einsatzgruppe C nel giugno 1942.
 Il suo processo è iniziato nel settembre 1947 e si è concluso il 9 Aprile 1948. Si dichiarò non colpevole da tutte le accuse. l' Einsatzkommando 6 fu accusato di aver eseguito circa 2-3000 persone. E 'stato portato alla luce che a Rostow, Biberstein aveva personalmente supervisionato l'esecuzione di circa 50 a 60 persone. Le vittime furono spogliati degli oggetti di valore (e in parte di vestiti), gasati e lasciati in una fossa comune. Era presente alle esecuzioni dove le vittime dovevano inginocchiarsi sul bordo di una fossa e uccisi con il fucile mitragliatore.
Biberstein fu infine giudicato colpevole e condannato a morte per impiccagione, che fu poi commutata ad ergastolo nel 1951.Rilasciato nel 1958, morì nel 1986 a Neumünster .